Nel prossimo futuro potrebbe aprirsi un nuovo fronte nella difesa delle piante coltivate, come ad esempio i cereali: speciali tipi di vaccini potrebbero sostituire gli attuali fitofarmaci.
Come noto da decenni, le patologie fungine, virali e batteriche, insetti, acari e altro causano ogni anno la perdita di circa un terzo della produzione agricola, soprattutto nel terzo mondo.
La sfida dei prossimi decenni prevede di aumentare la produzione agricola mondiale per garantire cibo sufficiente a nutrire 10 miliardi di persone, popolazione stimata per il 2050.
Questo risultato dovrà essere raggiunto utilizzando una superficie coltivabile in continua diminuzione a causa dello sfruttamento dei terreni agricoli per ampliare aree abitate, insediamenti industriali, ecc..
Inoltre, all’agricoltura è richiesta già da ora una produzione sostenibile, cioè il più possibile rispettosa dell’ambiente, quindi a basso input.
In questa direzione, già da alcuni anni è segnalato un calo significativo nell’utilizzo di fitofarmaci, anche per questioni di contenimento dei costi di produzione.
In tale contesto appare molto puntuale la ricerca in corso presso la facoltà di Scienze biologiche e ambientali dell’Università di Helsinki, che prevede l’uso di particolari vaccini al posto di fitofarmaci nella difesa delle piante, come illustrato dalla dottoressa Minna Poranen membro del programma di Bioscienze molecolari e integrative.
Questi vaccini sono costituiti da molecole di RNA a doppia catena, da spruzzare direttamente sulle foglie e altre parti verdi della pianta.
Il vaccino innesca nella pianta trattata un meccanismo noto come interferenza del RNA (RNAi), di natura epigenetica, mediante il quale tale sostanza interferisce e blocca, in questo caso, l’agente patogeno.
Secondo i ricercatori, il vaccino opera in modo “intelligente”, cioè è mirato a colpire la sequenza genica del patogeno arrestandone lo sviluppo, senza interferire con il genotipo della specie coltivata.
Le molecole di RNA utilizzate in questo progetto sono state inizialmente prodotte per sintesi chimica, ma questo processo è giudicato inefficiente e costoso. Per questo motivo il gruppo di lavoro guidato da Poranen, in collaborazione con il C.N.R.S. – Centro Nazionale di Ricerca Scientifica francese, ha elaborato un nuovo metodo di produzione di molecole di RNA a doppio filamento.
Il processo si svolge tramite cellule batteriche e rende sostenibile la produzione dei vaccini.
Al momento però non è dato sapere se e quando questa nuova generazione di prodotti potrà essere disponibile in commercio, in assenza di una legislazione precisa sulla materia.
Fonte: Germination Update 13/04/2018.