TUTTI PER UNO, LA FILIERA DEL GRANO DURO

Il grano duro sta conoscendo in questi anni una situazione di forte criticità: da quando, nel 2005, fu eliminato il cosiddetto aiuto supplementare, la superficie è calata di alcune centinaia di migliaia di ettari, l’uso di seme certificato è notevolmente diminuito e di conseguenza anche la qualità media del prodotto è significativamente peggiorata.
Il motivo è molto chiaro: i prezzi di mercato da diversi anni a livelli minimi e la mancanza di un valido sostegno economico non permettono redditi soddisfacenti all’agricoltore, specialmente al centro sud, area di tradizionale coltivazione del frumento duro.
A volte i momenti di crisi danno la spinta giusta per rilanciare un settore: è successo al vino dopo il grave scandalo del metanolo, circa 30 anni fa, potrebbe succedere ora per il grano duro.
Ci sono importanti segnali di reazione.
Da un lato il Ministero delle politiche agricole ha emesso un decreto legge che assegna un premio fino a 200 euro per ettaro ai produttori di frumento duro che hanno sottoscritto contratti di filiera; dall’altro i protagonisti della stessa filiera (AIDEPI, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Confagricoltura, CIA, Copagri e Italmopa, insomma gli agricoltori e l’industria della pasta) lo scorso dicembre hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per sostenere e rilanciare questo settore.
La notizia è che il 6 luglio, nel corso di un evento tenuto presso l’azienda Pallavicini Mori a Settebagni presso Roma, a questo tavolo sono stati aggiunti altri due due attori: Assosementi e Compag.
L’ingresso di Assosementi testimonia l’importanza che che i sementieri attribuiscono alla filiera, il contesto in cui devono essere affrontate e possibilmente risolte le problematiche, superando il concetto di lobby e concentrandosi sui valori e sugli obiettivi comuni.
Inoltre è un ulteriore importante riconoscimento del valore del seme certificato, una risorsa irrinunciabile per tutto il sistema, al fine di garantire una tracciabilità seria e un prodotto di qualità.
I sementieri possono dare molto alla filiera del grano duro, in particolare possono fare innovazione, in armonia con le rinnovate esigenze produttive e qualitative che l’industria pastaria vuole corrispondere ai consumatori.