In un’epoca come questa, in cui la comunicazione è moltiplicata e accelerata dai media e dai social, è frequente l’affermarsi di parole che diventano ricorrenti e, per tempi più o meno lunghi, vengono regolarmente e quasi obbligatoriamente citate in discorsi e articoli, nonché sfruttate dalla pubblicità. Anche il settore agro alimentare non sfugge a questa regola. Qualche anno fa le “parole d’ordine” erano qualità, genuino, naturale, tuttora attuali. Successivamente sono arrivate biologico e territorio. Più recentemente sono divenute abituali innovazione, sostenibilità e resilienza, quest’ultima prima quasi sconosciuta. Da quando si è instaurato il nuovo governo, è salito all’attenzione generale il termine sovranità alimentare. Di fatto il Ministero competente, a suo tempo Ministero dell’agricoltura e delle foreste e più recentemente Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è stato rinominato Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. In più, il neo ministro Lollobrigida ha subito ripreso il concetto nelle sue prime dichiarazioni pubbliche.
Cosa significa sovranità alimentare
Le discussioni e le polemiche in merito alla nuova terminologia non sono mancate. C’è chi ha voluto vedervi, non senza una strumentalizzazione politica, un richiamo all’autarchia di vecchia memoria, altri il rischio di chiusura delle frontiere… Per chi ha un minimo di conoscenza dei mercati agricoli, è evidente che entrambe le ipotesi sono assurde. L’Italia importa, ad esempio, oltre il 60% del proprio fabbisogno di frumento tenero, il 26% del duro, il 45% del mais e il 70% della soia. In altre parole, non saremo mai autosufficienti riguardo le materie prime alimentari, a parte alcune eccezioni come il riso o l’avena o ancora l’uva da vino. D’altra parte la terminologia sovranità alimentare non è stata certo coniata dall’attuale governo. Se ne parla da almeno 25 anni ed è stata adottata da vari Paesi sudamericani, dal Canada e dalla Francia, nonché da istituzioni come ONU e FAO. Anche il Parlamento Europeo considera primario il concetto di sovranità: per questo nel 2022 ha stanziato un pacchetto di misure per prevenire la possibilità di una crisi alimentare, con 500 milioni di euro come sussidio straordinario per gli agricoltori e la destinazione di 4 milioni di ettari di aree non coltivate alla produzione.
Le precisazioni del ministro
In occasione delle sue prime uscite pubbliche, il ministro Lollobrigida ha voluto puntualizzare. Un’occasione è stata il recente Congresso nazionale di Copagri. “… Sovranità è un concetto che mette l’agricoltura al centro, nel segno della qualità per chi produce e chi consuma. Serve pianificare le produzioni per garantire cibo di qualità per tutti. Stiamo pagando gli errori del passato, resi evidenti da pandemia e guerra. Dobbiamo riappropriarci delle nostre risorse a livello nazionale ed europeo, anche in campo energetico…”. Queste le dichiarazioni del ministro, che stanno raccogliendo già adesioni significative a livello delle organizzazioni professionali e non solo.
Auguriamoci di assistere ad un percorso coerente e in sintonia con l’Europa, nell’interesse di tutte le filiere produttive e dei consumatori, anche in funzione bilanciatrice rispetto alla criticabile strategia disegnata per i prossimi anni dalla politica comunitaria.
16/11/2022
Franco Brazzabeni