SEMINE PRIMAVERILI, MAISCOLTORI CERCANSI

Le semine di primavera sono alle porte, anzi per qualche coltura, tipo barbabietola da zucchero, dovrebbero essere già in corso. Seguiranno mais, riso, pomodoro da industria, erba medica, soia e girasole, infine il sorgo. Tutto fatto per i cereali a paglia, dato che ormai si sono concluse le ultime semine per le varietà alternative, soprattutto di frumento duro. Diversi fattori influenzano le decisioni degli agricoltori. Innanzitutto il ricordo della campagna precedente: negativo per le colture primaverili-estive, che nel 2022 hanno offerto prestazioni molto deludenti a causa della siccità record verificatasi soprattutto al nord; è andata meglio, ma non bene, per le autunnali frumento e orzo, stressate nella fase finale della coltivazione. Le considerazioni sull’attuale deficit idrico in Pianura Padana e i timori di limiti all’irrigazione pesano sulle scelte. Un’altra variabile fondamentale è rappresentata dai mercati. Le ultime stime USDA sugli stock finali a livello globale indicano in aumento quello della soia e in sensibile calo quelli di grano (tenero e duro) e mais. Ciò influisce inevitabilmente sui prezzi: attualmente a livello nazionale quello del duro si è stabilizzato dopo settimane di flessione, mentre per tenero e mais continua a scendere e anche per la soia si segnala un ribasso. Ovunque regna la volatilità. Sui mercati influirà anche il flusso delle esportazioni dall’Ucraina e l’andamento del conflitto. I costi dell’energia si sono normalizzati e così quelli dei fertilizzanti. Ultimo fattore, ma non poco importante, è la nuova PAC, che prevede tagli significativi ai pagamenti diretti.

Fonte: Istat.

Ancora calo per il mais

Nel settore cereali, le recenti stime sulle intenzioni di semina presentate dall’Istat ed elaborate da Assosementi indicano un aumento delle superfici a frumento tenero e un calo di quelle a duro al sud, causa le preoccupazioni per gli aumenti dei costi di produzione nei mesi passati, mentre al nord, che può contare su produzioni ben più elevate, i prezzi della granella hanno spinto all’aumento. Anche al meridione non mancherebbero le risorse per il duro, essendo previsto il pagamento accoppiato di un centinaio di euro per ettaro e un contributo di una settantina di euro per la coltivazione con contratti di filiera. Continua invece l’erosione degli investimenti a mais, causa il taglio del 40% dei pagamenti diretti e la mancanza di un pagamento accoppiato, oltre che le pessime produzioni del 2022. E’ però disponibile un fondo per i contratti di filiera, pari a 100 euro per ettaro, nel limite di 50 ettari coltivati. Secondo Istat nel 2023 si perderà un altro 6% di superficie a granella e un 11% a foraggio, mentre il Coceral stima il calo limitato al 3%. Previsioni negative anche per il riso: se non migliorerà in tempi brevi la carenza idrica soprattutto in Piemonte e Lomellina, la superficie potrebbe diminuire di varie migliaia di ettari e segnare il record negativo da 30 anni.

Incertezza per la soia

Le previsioni sulle semine di soia sono piuttosto discordanti. Alcune fonti e sondaggi indicano una diminuzione più o meno marcata, viste le scarse produzioni dell’anno scorso e considerato che al nord l’aumento di frumento tenero e duro ha tolto spazio; resterebbe però quello lasciato dal mais. Altre prevedono al contrario un incremento di superficie, dato che i prezzi sono comunque interessanti. Al nord dovrebbe aumentare il girasole, probabilmente perchè ritenuto più rustico e adattabile alla siccità. Possibile segno positivo anche per l’erba medica, dopo il calo registrato nel 2022. Venendo al pomodoro da industria, i problemi idrici rappresentano un limite agli investimenti del nord; il World Processing Tomato Council prevede comunque un incremento della produzione per l’Italia.

Nella ricerca fornita dall’Istat il dato forse più preoccupante è il calo del 3% della superficie agricola utilizzata, per la metà riguardante i seminativi. Perdere superficie agricola è purtroppo una tendenza che si conferma: negli ultimi 30 anni è calata di un quinto. Un ulteriore difficoltà per il raggiungimento della sicurezza alimentare.

12/03/2023

Franco Brazzabeni