SEMENTI E API: UN BINOMIO INDISSOLUBILE

La produzione di sementi, e più estesamente l’agricoltura, ha bisogno delle api, senza di esse non si produce.
Il concetto è risaputo da sempre, ne aveva accennato perfino Einstein, ricordando che la vita sulla terra è legata a questi preziosi insetti.
In tempi più recenti però ci si è reso conto che la presenza degli insetti pronubi non è un “fatto” scontato e di conseguenza è emersa chiaramente la necessità di rispettarli e proteggerli, armonizzando le pratiche agricole alle loro esigenze.
L’incontro “Il ruolo dei pronubi nella moltiplicazione delle sementi”, organizzato da Assosementi in occasione di Macfrut a Rimini, ha dato un contributo alla sensibilizzazione sull’argomento, attraverso gli interventi di Daniele Govi della regione Emilia-Romagna, Giorgio Barracani di Conapi e Vanni Tisselli di Coams.

Molte specie vegetali necessitano di api e altri insetti pronubi per portare a termine il loro ciclo produttivo.
Sono circa 600.000 in Italia gli ettari interessati, tra colture frutticole, orticole (a pieno campo e in serra), industriali e produzione di seme.
Riguardo quest’ultimo settore, va evidenziato che l’Italia ha una spiccata e naturale vocazione alla moltiplicazione delle sementi, con quasi 20.000 agricoltori impegnati in questo contesto, su una superficie di circa 250.000 ettari, distribuiti in varie regioni ma con una notevole concentrazione in Emilia-Romagna e Sicilia.

E le api come stanno? Non bene, secondo gli esperti.
I cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale, organismi patogeni come la Varroa, insetti competitori, mettono in crisi gli alveari e, di conseguenza, varie coltivazioni agricole e sementiere.
Pertanto da anni si è sempre più diffusa la convinzione che le api vanno protette, per proteggere di conseguenza anche le produzioni.
Nel 2004 è uscita una legge nazionale e ogni regione (eccetto una) ha sancito la sua propria normativa. Sono stati vietati i trattamenti chimici in fioritura, ma non basta.
Sta emergendo in modo sempre più chiaro che ciò che serve è un nuovo approccio all’uso dei prodotti fitosanitari, nelle produzioni tradizionali e in quelle biologiche, ma anche pratiche agricole adatte a favorire un ambiente idoneo alla vita delle api.

Il mondo sementiero sta facendo la sua parte: nel 2016 Assosementi e varie associazioni di apicoltori hanno siglato un’intesa per la salvaguardia del settore apistico, che prevede una severa disciplina nell’uso dei fitofarmaci, lo scambio continuo di informazioni, l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per monitorare la situazione e individuare problematiche e possibili soluzioni, promuovere strumenti formativi. Le parti hanno già iniziato a lavorare in questo senso con riscontri positivi, anche se solo in tempi medio-lunghi l’alleanza sementieri+apicoltori potrà cambiare le cose in modo significativo.