RISO8IMO, IL FUTURO E’ COMINCIATO (IN ITALIA!)

Si scrive RIS8imo, si può leggere “risottimo”, ma non è una ricetta culinaria. E’ una nuova fase del progresso agricolo che si è aperta in questi giorni, nella provincia di Pavia. In effetti l’Italia è il primo Paese europeo ad avviare la sperimentazione in campo di una varietà vegetale ottenuta tramite le TEA, o Tecniche di Evoluzione Assistita. Finalmente la nostra ricerca è tornata all’avanguardia, grazie al lavoro di un gruppo di scienziati del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università Statale di Milano, guidati dai professori Vittoria Brambilla e Fabio Fornara. Le 200 piantine di riso, della varietà Telemaco (tipologia Arborio), sono state ottenute con la tecnica CRISPR, inattivando 3 geni associati alla suscettibilità al brusone, una patologia fungina originata da Pyricularia oryzae. Sono cresciute in una cella climatizzata e il 13 maggio sono state finalmente messe a dimora in un’azienda del pavese, su una superficie di 28 metri quadrati, a confronto con altrettante piante non editate.

L’obiettivo è realizzare una nuova varietà tollerante appunto al brusone. L’infezione può causare perdite produttive fino al 50% e richiede quindi l’uso di fitofarmaci, con costi economici ed ambientali. La sperimentazione verificherà l’effettiva efficacia in campo della modifica genetica e potrà successivamente essere ripetuta su superfici allargate e in ambienti diversi, sino a rendere la varietà commerciabile e disponibile sul mercato.

 

Il cammino delle TEA

Del Genome Editing, in Italia tradotto con TEA, si parla ormai da diversi anni. Al 2012 risale la scoperta della tecnica CRISPR, che valse nel 2020 il premio Nobel alle ricercatrici Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. Da allora è sorto un dibattito politico molto acceso, con le organizzazioni professionali agricole, Assosementi, il mondo della ricerca, vari attori delle filiere alimentari e un numero crescente di politici schierati a favore di questa innovazione epocale. Sì, perchè da subito molti hanno capito che le nuove tecniche genetiche potevano dare un contributo decisivo per affrontare le grandi sfide di questo secolo: assicurare cibo sano alla popolazione mondiale, coltivando in modo resiliente e sostenibile, ma anche economicamente conveniente. Il tutto con un processo che imita la naturale mutagenesi, quindi essenzialmente diverso da quello degli OGM. La procedura è più veloce delle tecniche tradizionali, alla portata economica e tecnica anche di un’istituzione pubblica. Nel 2022 la Commissione Europea ha lanciato una consultazione online sull’opportunità di riformare il quadro regolatorio UE in materia. Il risultato è stato chiaro. Il 79% dei partecipanti ha ritenuto che le odierne norme della legislazione sugli OGM non fossero adeguate alle piante ottenute mediante le TEA.

La regolamentazione europea in materia è ancora in discussione. Dopo il sì a Strasburgo il 7 febbraio scorso, nella prossima legislatura riprenderà la triangolazione tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE. Nel frattempo, un comma inserito nel decreto siccità del 2023 ha riconosciuto lʼimportanza delle nuove biotecnologie, sbloccando le autorizzazioni nel nostro Paese. Le prossime Regioni ad entrare in gioco dovrebbero essere l’Emilia-Romagna, con un pomodoro editato resistente allʼorobanca, quindi il Veneto, con una varietà di vite.

Un’espansione globale

In Europa, ove si cominciano finalmente a considerare strumenti legislativi opportuni per lo sviluppo, e nel resto del mondo le nuove tecniche sono studiate già da anni. Attualmente sono disponibili oltre 230 lavori orientati alla commercializzazione di piante ottenute con le TEA. Più della metà di queste applicazioni è stata sviluppata in Cina e USA. Sono interessate molte specie erbacee ed arboree, perlopiù alimentari ma anche ornamentali. I caratteri migliorati riguardano principalmente la tolleranza a fattori biotici e abiotici (soprattutto patogeni e anomalie climatiche) e la qualità nutritiva, ma anche la tolleranza ad erbicidi e la conservabilità. Teoricamente non esiste un aspetto limitante la produzione che non possa essere modificato e migliorato.

Dal punto di vista legislativo, ormai tutto il mondo accetta le piante ottenute con le TEA, basandosi sul principio che un organismo che non contiene DNA estraneo non può essere considerato un OGM. Solo la EU (e la Nuova Zelanda) devono compiere il grande passo, ma sembrano essere sulla strada giusta.

10/06/2024

Franco Brazzabeni