PREZZI COMMODITIES IN CRESCITA, MA FINO A QUANDO?

Dopo 7 anni dominati da prezzi di grano, mais e soia depressi, i mercati mondiali sono interessati da una fase dominata da rialzi e volatilità. I motivi sono diversi e gli analisti stanno cercando di fare ordine in una situazione piuttosto complessa e inedita.

GLI EFFETTI DEL COVID-19

La pandemia, che ha colpito sinora oltre 110 milioni di persone nel mondo, con 2,5 milioni di vittime, sta influendo sui traffici internazionali. La logistica si è rallentata e alcuni grandi produttori ed esportatori hanno considerata prioritaria la sovranità alimentare, bloccando provvisoriamente o comunque rallentando il flusso delle merci in uscita. Lo ha fatto la Russia, imitata da altri Paesi, confermando la tendenza alla deglobalizzazione.

IL PESO DELLA CINA

La Cina, con il 20% della popolazione mondiale, è inevitabilmente l’attore di riferimento per quanto riguarda le importazioni. Il governo cinese ha recentemente promosso nuove azioni protezionistiche delle proprie produzioni e ha aumentato gli acquisti di mais e soia. Al di là delle preoccupazioni di approvvigionamento alimentare in chiave pandemia, la Cina punta a ricostituire il proprio patrimonio suinicolo, il più importante a livello mondiale, dimezzato da un’altra epidemia, la peste suina africana. Anche l’import di grano, di cui la Cina è pure il secondo produttore mondiale, nel 2020-21 è destinato a toccare la maggiore cifra degli ultimi 25 anni. Non ultime, le vicende valutarie, con yuan in rafforzamento contrariamente al dollaro, concorrono a determinare la tendenza in atto.

PRODUZIONI, PREZZI E PREVISIONI

Le attuali produzioni delle commodities hanno toccato un record a livello globale, ma alcuni eventi climatici come la siccità prolungata che interessa l’Argentina e le piogge che ostacolano il raccolto in Brasile, oppure le previsioni di scarse precipitazioni primaverili in USA tengono i prezzi in tensione. In effetti, le quotazioni di mais, soia e grano nelle Borse internazionali hanno toccato i massimi da 7 anni ad oggi. Questo è un dato molto positivo per i coltivatori, che si prevede incrementeranno le semine nel breve termine; di parere opposto sono gli allevatori, i produttori di mangimi e quelli di alimentari, questi ultimi anche per la crisi economica che la pandemia ha causato. Al di là dei vari fattori sopra citati, il fattore che principalmente influisce sui prezzi è sempre rappresentato dagli stock finali. Secondo le previsioni USDA, le giacenze 2020-21 di soia, rispetto alla scorsa campagna, sono in calo del 12%, in record negativo nell’ultimo decennio; quelle di mais registrano un -5,6%, in caduta per il quarto anno consecutivo; in controtendenza il grano con +1%, anche se buona parte di questi stoccaggi appartiene a Cina e India, orientate all’autoconsumo.

Quanto durerà questa situazione? Dipenderà in gran parte dalla Cina e dal raggiungimento dei suoi obiettivi di produzione, da cui deriverebbe un calo delle importazioni. Dipenderà molto dal Covid-19 e dalla sua auspicata attenuazione che probabilmente riattiverà i commerci. Come sempre, anche il clima avrà una parte importante, soprattutto per le anomalie cui stiamo assistendo.

Franco Brazzabeni