COME LE PIANTE REAGISCONO ALLA TEMPERATURA

Le piante, coltivate e spontanee, reagiscono alla temperatura in modo diverso dall’uomo e dagli animali: infatti questi ultimi, a differenza delle prime, possono spostarsi per difendersi dal calore.
Peraltro, le conoscenze sui meccanismi di reazione dei vegetali sono state fino ad oggi piuttosto approssimative.
Non si tratta di semplice curiosità scientifica: le piante si distribuiscono sul pianeta in base alle diverse temperature, che influiscono, direttamente o in associazione ad altri fattori, in modo importante su sviluppo, epoca di fioritura, produttività, tolleranza ai vari patogeni.
Considerata l’influenza che i cambiamenti climatici stanno apportando sui raccolti in molte parti del mondo, non è azzardato dire che dalla relazione tra piante e temperature può dipendere il futuro approvvigionamento di cibo per il nostro pianeta.
Questo vuoto conoscitivo potrebbe essere presto colmato dal lavoro di un gruppo di ricercatori di biologia molecolare dell’University of California, Berkeley, guidati dal prof. Meng Chen.
Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, illustra come Chen e la sua squadra abbiano focalizzato l’attenzione sul fotorecettore fitocromo B, utilizzando come piante pilota il genere Arabidopsis.
Il presupposto è che tutti i vegetali (come gli altri esseri viventi) agiscono secondo il ciclo circadiano, in dipendenza delle stagioni, e ogni processo vitale è programmato per uno specifico momento della giornata.
Ad esempio, Arabidopsis cresce nelle ore diurne durante il periodo estivo, ma nei mesi invernali lo sviluppo avviene principalmente di notte.
I ricercatori hanno evidenziato il ruolo della proteina Hemera, presente in tutte le piante (sia pure con diverse modalità), nell’attivazione dei geni che reagiscono alle temperature esterne regolando la crescita delle piante.
In pratica, gli scienziati californiani hanno identificato il meccanismo proprio di cui tutte le piante dispongono per “sentire” la temperatura e reagire alle condizioni climatiche diurne.
Questa scoperta può rappresentare la base per indirizzare la ricerca vegetale verso varietà in grado di adattarsi velocemente al riscaldamento globale e alle diverse condizioni ambientali in cui devono svilupparsi e produrre.