NUTRI-SCORE, IL SEMAFORO DELLA DISCORDIA

Nutri-Score, letteralmente punteggio nutrizionale, è un nuovo sistema di etichettatura degli alimenti. Ideato da un gruppo di ricercatori francesi, prevede una classificazione dei prodotti alimentari basata su una scala cromatica tipo semaforo e una serie di lettere, dalla A alla E. L’etichetta è stata proposta a livello europeo nell’ambito della strategia Farm to Fork e da subito ha suscitato animate discussioni e forti contrasti tra gli Stati membri e la stessa EU, ma anche all’interno della comunità scientifica e del mondo agroalimentare.

L’obiettivo del Nutri-Score è quello di fornire ulteriori informazioni sugli alimenti, oltre all’obbligatoria dichiarazione nutrizionale, in vigore dal dicembre 2016. L’idea è semplificare quest’ultima, facendo capire quali sono gli alimenti più “sani” e contribuendo così a prevenire le malattie cardiovascolari, l’obesità e il diabete. Nutri-Score si basa su un algoritmo e tiene conto di sette diversi parametri presenti nella dichiarazione nutrizionale. La EU ha proposto di adottare il sistema entro il 2023, ma attualmente la discussione è ancora aperta e molto vivace, per usare un eufemismo: sette Paesi lo hanno adottato, altri sono fortemente contrari, Italia in primis.

Chi è contro

L’etichettatura Nutri-Score è osteggiata sin dall’inizio da alcuni governi, come quello italiano ma non solo, dall’industria alimentare, dalle associazioni degli agricoltori e da numerosi nutrizionisti. Alla base vi sono motivi politici, scientifici ed economici. Si ritiene che il sistema penalizzerebbe l’industria agroalimentare italiana e le sue specialità, come ad esempio salumi, formaggi, olio extra vergine. Si teme un sensibile danno alla bilancia agroalimentare italiana, che nei primi sei mesi del 2022 ha toccato con l’esportazione un valore di 34,5 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da un punto di vista più strettamente scientifico, si contesta la penalizzazione dell’algoritmo, in particolare nei confronti delle sostanze grasse, senza la dovuta distinzione tra di esse, in alcuni casi indispensabili alla salute umana. Un esempio: l’olio evo in una prima versione era contraddistinto dal colore giallo, quindi considerato un alimento a rischio, e solo dopo una revisione dell’algoritmo si è visto assegnare il colore verde chiaro. In altre parole, si accusa Nutri-Score di dare un’informazione poco accurata, soggettiva e di insufficiente spessore scientifico.

Chi è a favore

La Francia, com’era logico attendersi essendo il Paese proponente, la Spagna e vari Stati nord europei hanno adottato il Nutri-Score. Una trentina di aziende agroalimentari europee e internazionali, inclusi alcuni marchi molto noti, ha annunciato l’adozione del sistema, anche se non ufficialmente raccomandato dalle autorità. Si tratta di multinazionali che producono alimenti e bevande di grande diffusione, ma certamente non di specialità alimentari tradizionali. Recentemente oltre 300 scienziati e professionisti del settore sanitario hanno pubblicato un rapporto a favore del Nutri-Score. In esso sono ricordati numerosi studi favorevoli, sono evidenziati i recenti aggiustamenti a favore di alcuni alimenti, i giudizi positivi di associazioni di consumatori europee, l’adozione già avvenuta in alcuni Paesi.

Di fatto, la Commissione europea ha sospeso sine die l’approvazione dell’etichetta Nutri-Score, a causa della situazione “complessa” e troppo “polarizzante”. Il Governo italiano sta spingendo per l’adozione di uno strumento diverso per informare i consumatori. Si tratta di Nutriform Battery, un sistema elaborato dall’Italia, che permette di rappresentare graficamente in etichetta la percentuale assunta di energia e nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento. La proposta italiana ha già incassato il parere positivo del Ceco Zdenek Nekula, che da luglio ricoprirà la carica di presidente del Consiglio EU dell’agricoltura.

10/06/2023

Franco Brazzabeni