Il compito principale dell’agricoltura, anche se certamente non l’unico, è da sempre quello di produrre alimenti. Già, ma quali alimenti? Fino a non molti anni fa, gli agricoltori coltivavano ciò che potevano e che conveniva, e i consumatori si adattavano. Nel terzo millennio è fortemente mutato il rapporto produttore/consumatore. Quest’ultimo può accedere a molte informazioni, alcune corrette, altre autentiche “bufale”, che comunque gli hanno dato consapevolezza e autonomia di scelta. Di conseguenza, il consumatore degli anni 2000 esprime preferenze ben delineate, talvolta dettate da una corretta aspirazione a uno stile di vita sano e a principi ambientalistici, altre da mode e tendenze del tutto arbitrarie e infondate; inoltre è in grado di esercitare una vera e propria sovranità decisionale sull’industria alimentare (interessata da una forte concorrenza globale) e sulla grande distribuzione. Pertanto lo slogan “consumer is king” è più che mai valido. Di riflesso, anche l’agricoltura si adegua.
Le nuove tendenze alimentari
Le abitudini alimentari dei cittadini europei ed italiani stanno cambiando e si orientano in varie direzioni. Emblematico il “NO” generalizzato agli OGM: pur se la maggior parte non sa effettivamente cosa siano e nonostante siano legalmente importati e contenuti in molti alimenti, l’80% degli italiani è contrario. Altra richiesta in aumento è quella dei cibi ottenuti con metodo biologico (15% degli italiani). Un altro aspetto molto rilevante riguarda la natura delle materie prime: secondo il rapporto Eurispes 2021, in Italia quasi una persona su 10 è vegana o vegetariana, giustificando tale orientamento con un’alimentazione sana, il rispetto del pianeta e l’animalismo. Altra tendenza è quella delle diete “senza” (31% della popolazione): no OGM, no glutine (ma i veri intolleranti sono in realtà una percentuale ridotta), no zuccheri, no olio di palma, no lattosio e l’elenco potrebbe continuare. Al contrario, un quarto dei consumatori cerca alimenti “con”, cioè integrati da vitamine e minerali. Altri cambiamenti riguardano il pane e la pasta. Un’indagine Italmopa colloca gli italiani tra i minori consumatori di pane in Europa, con soli 41 chili annui. In effetti il 16% non consuma abitualmente pane; molti cercano derivati da farine bio, o da grani cosiddetti “antichi”, o prodotto con cereali diversi dal frumento. Al contrario il consumo di pasta è in aumento, ma si riduce la quota relativa di quella tradizionale con semola di grano duro, sostituita da pasta integrale, o senza glutine, o prodotta con farina di leguminose, o altro.
Molte opportunità per gli agricoltori
La domanda sempre più complessa e variegata che i consumatori rivolgono all’industria alimentare rimbalza inevitabilmente al mondo agricolo, traducendosi in una serie di nuove opportunità, alcune molto interessanti.
Già 80.000 operatori producono in biologico su circa 2 milioni di ettari. Altri agricoltori si stanno dedicando a coltivazioni particolari, come grani “antichi”, kamut, farro, ecc. Una nuova importante possibilità è l’aumento della produzione di proteine vegetali, per rispondere alla domanda veg e al contempo realizzare una maggiore sostenibilità delle coltivazioni e ridurre la dipendenza dall’importazione. Esiste un EU Protein Plan dedicato a questo obiettivo, che può riguardare colture già diffuse come soia ed erba medica e altre da sviluppare, vedi pisello, fava, favino, lupino per alimentazione animale, o fagioli, lenticchie, ceci, fave.
Per realizzare queste opportunità serve una forte organizzazione di filiera, che coinvolga la ricerca sementiera, gli agricoltori, i commercianti, l’industria di trasformazione, la distribuzione e i consumatori, utilizzando i mezzi più aggiornati, come le TEA o NBTs e l’agricoltura di precisione. L’obiettivo è rendere operativo in tempi accettabilmente brevi il concetto di agricoltura smart, cioè in grado di rispondere velocemente sia alle domande di mercato, che all’esigenza di coltivazioni sostenibili e all’attesa di un giusto reddito per tutti gli attori del sistema.
27/12/2021
Franco Brazzabeni