MIGLIO E NON SOLO: UNA RIVOLUZIONE PER L’AGRO ALIMENTARE?

Dai tempi del lancio della soia in Italia, avvenuto negli ormai lontani anni Ottanta, periodicamente si propongono nuove specie coltivabili, con la speranza di ripeterne il successo.

In effetti, l’inserimento della soia negli ordinamenti colturali del nord fu una brillante affermazione per la nostra agricoltura. Alla base ci fu la grande organizzazione tecnico-commerciale del Gruppo Ferruzzi, all’epoca una delle più potenti organizzazioni agricole a livello europeo, oltre a una serie di situazioni ambientali favorevoli. I vantaggi furono evidenti per tutta la filiera: agricoltori, commercianti, stoccatori, industria di trasformazione, oltre a un ampio indotto, beneficiarono della novità in termini economici, ma anche agronomici. Così negli anni successivi arrivarono il pisello proteico e la colza, con una diffusione rimasta limitata a pochi ettari, ma anche specie esotiche, come il kenaf o addirittura il cotone, poco più che curiosità. Ora all’orizzonte si presentano altre interessanti proposte.

LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELLO SMART FOOD

Con la definizione modaiola “smart food”, gli addetti ai lavori e i ricercatori impegnati in organizzazioni come ICRISAT e ICAR-IIMR, attive in Asia e Africa, individuano il cibo che risponde ai criteri “buono per la salute – buono per gli agricoltori – buono per l’ambiente”. In altri termini, un cibo nutriente per chi lo mangia, redditizio per chi lo produce e sostenibile per l’ambiente. Gli obiettivi sono divulgare il concetto di smart food attraverso un’informazione scientifica e strumenti di marketing efficaci; sviluppare la domanda di questo tipo di cibo con la comunicazione; organizzare in Asia e Africa filiere in grado di coinvolgere gli agricoltori a coltivare questi prodotti; incrementare la ricerca scientifica in questa direzione.

Per coordinare in modo efficace le azioni programmate è stato istituito il sito smartfood.org, ricco di informazioni e messaggi. Una parte interessante è la pagina Millet Finder, il cui scopo è individuare in tutto il mondo i prodotti smart. Finora ne sono elencati più di 500, a testimonianza delle grandi potenzialità di questo sistema alimentare.

RIFLETTORI SU MIGLIO, SORGO E CECE

Il miglio, nelle sue numerose varianti, è sicuramente la specie di riferimento, insieme ad altri cereali affini a granella piccola, come l’Echinochloa frumantacea, la Setaria italica, il Panicum miliaceum e altri ancora. Tra le virtù alimentari di queste specie va evidenziato l’alto contenuto di ferro e zinco, paragonabile a quello della carne. Inoltre la granella è priva di glutine e ha un basso indice glicemico. Il Finger millet (Eleusine coracana) contiene il triplo del calcio rispetto al latte. Un’alta percentuale di fibra completa il quadro.

Del più familiare (a noi europei) sorgo sono note le capacità di resistenza agli stress ambientali, ma vanno ricordate la ricchezza in magnesio, superiore a quella di riso e frumento, e in sostanze antiossidanti.

Infine il cece, leguminosa che anche in Italia sta conquistando un crescente interesse. Le sue proteine integrano e completano efficacemente quelle dei cereali, come appunto miglio e simili. È dotato di interessanti quantità di selenio, in grado di supportare la funzione enzimatica e ridurre il rischio di tumori.

C’è solo da attendere che anche i consumatori europei scoprano i vantaggi di questi alimenti per salute ed ambiente. Gli agricoltori, da parte loro, stanno aumentando il loro interesse su sorgo e proteiche.