In questi giorni l’interesse degli operatori di mercato, soprattutto agricoltori e industria alimentare, è rivolto al frumento duro, che sulle nostre piazze ha toccato quotazioni record, intorno ai 500 euro a tonnellata. Si stima che tale fase possa rappresentare un’onda lunga, in grado cioè di confermare prezzi elevati ancora per mesi. Tutto questo rischia di far passare in secondo piano quanto succede nel comparto del grano tenero. Magari con cifre meno clamorose, e tenendo conto delle differenze strutturali dei due mercati, la situazione del tenero presenta una sostanziale analogia.

Mercato ai massimi dal 2014
Alle principali Borse merci nazionali i frumenti di forza a metà settembre hanno superato i 280 euro a tonnellata (+14% da inizio luglio), mentre quelli di tipo Fino sono andati oltre quota 260 (+18%). Al Chicago Board of Trade a fine agosto il grano era quotato 726 cents per bushel (pari a kg. 27,216, quindi quasi 23 euro a tonnellata, al cambio attuale). E’ il livello più alto raggiunto dal 2014. Gli aumenti per il frumento e le altre commodities agricole sono partiti a metà 2020 e sono stati causati da un insieme di fattori. In primis le conseguenze del Covid-19 sui commerci internazionali: traffici rallentati, esportazioni contingentate da parte dei grandi produttori (Russia su tutti) per garantire l’approvvigionamento interno, aumento dei costi di trasporto. Altro fattore chiave è rappresentato dagli acquisti da parte della Cina, paese con il 20% della popolazione mondiale e deficitario di materie prime: +101% di import di frumento, orzo, sorgo rispetto al 2019. Terzo e non ultimo fattore, le incertezze sulle produzioni legate ai cambiamenti climatici. Questi elementi continuano ad esercitare la loro influenza rialzista sul mercato.
Uno sguardo al futuro (prossimo)
I prezzi, tornati invitanti dopo alcuni anni di calma piatta, hanno indotto molti agricoltori in Nord e Sud America, Europa ed Australia ad incrementare le superfici coltivate a frumento tenero. Le produzioni 2021 sono previste in aumento. A livello mondiale si stima un nuovo record a 780 milioni di tonnellate. Questi due messaggi di per se’ ribassisti sono in parte compensati dall’aumento dei consumi globali di frumento. Alla fine, ciò che maggiormente influisce sul prezzo di una commodity è la stima degli stock finali di prodotto. Secondo il recente rapporto USDA, tali rimanenze a livello mondiale riferite al 2021-22 sono in ribasso rispetto all’anno precedente e sono inferiori alla media delle ultime campagne. Questo significa che il prezzo del frumento a breve-medio termine potrà avere delle oscillazioni e anche qualche ridimensionamento, ma con ogni probabilità non si allontanerà di molto dalle attuali quotazioni.
In sintesi, anche per il tenero è prevedibile una tendenza ancora rialzista (o quantomeno non ribassista), sia pure con una minore intensità rispetto al duro. Naturalmente, clima e fattori politici (da ricordare la guerra dei dazi USA/Cina) giocheranno un ruolo tutt’altro che marginale.
Franco Brazzabeni