La notizia è di pochi giorni fa e sono bastati pochi minuti perché esplodesse con clamore presso ricercatori, tecnici e addetti ai lavori del settore agricolo: Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna sono state insignite del premio Nobel per la Chimica, per “lo sviluppo di un metodo per il genome editing”.
Il metodo in questione è chiamato CRISPR Cas-9. Si tratta di una tecnologia in grado di modificare con estrema precisione il DNA di animali, piante e microrganismi, con effetti rivoluzionari. In medicina ha già permesso di raggiungere risultati importanti nella cura di malattie rare e di tumori. In agricoltura potrà favorire un enorme progresso nella ricerca, ottenendo le mutazioni programmate in tempi relativamente brevi e quindi con costi molto più contenuti rispetto alle tecniche tradizionali. In altri termini, la genomica può essere un’arma formidabile per la difesa della salute umana e per realizzare un’agricoltura competitiva e allo stesso tempo sostenibile, in linea con i grandi obiettivi delle UN, in particolare Fame Zero.
L’orgoglio dei ricercatori europei
Il fatto che una delle due premiate sia Emmanuelle Charpentier, microbiologa e genetista in forza al prestigioso Istituto Max Planck di Berlino, ha giustamente inorgoglito tutti i ricercatori europei ed italiani. La Charpentier incontrò l’americana Jennifer Doudna, biologa della University of California, nel 2011. Collaborando, hanno realizzato una inedita tecnica che permette di intervenire sul DNA con estrema precisione, una sorta di “forbici genetiche”.
Una scoperta epocale, se il professor Claes Gustaffson, presidente del comitato per il Nobel, l’ha definita “una rivoluzione nelle scienze molecolari” e “un’innovazione da cui dipende il futuro dell’umanità”!
Il pregiudizio del mondo politico
Mentre vari paesi, come USA e Cina, stanno investendo con decisione sul genome editing e già portano avanti importanti progetti di miglioramento genetico, l’Europa non è ancora riuscita a superare il pregiudizio riguardo queste tecnologie e di fatto ne ha bloccato lo sviluppo. Una sentenza della Corte di Giustizia della UE nel 2018 ha in pratica equiparato i prodotti ottenuti con le nuove tecniche di editing agli OGM. A seguito di questa contestatissima decisione il comparto sementiero europeo ha bloccato gli investimenti nel settore. Eppure il CRISPR Cas-9 permette di ottenere risultati assolutamente indistinguibili da quelli ottenuti con i metodi tradizionali, solo in tempi molto più brevi e con costi decisamente inferiori, alla portata di molti e non solo delle multinazionali. Inoltre questa innovazione sembra sposarsi in modo eccellente con le più recenti tendenze, come il progetto “Farm to fork“, che prevede una forte riduzione della chimica in agricoltura entro pochi anni. Un obiettivo pressoché impossibile da raggiungere se non con l’uso del genome editing.
Ora il Nobel alle due ricercatrici ha riacceso il grande sogno, quello di poter entrare nel futuro grazie alla nuova tecnologia. La speranza è che le prossime scelte politiche siano prese sulla base di considerazioni scientifiche ed economiche nell’etica di un interesse comune, lasciando finalmente da parte suggestioni emozionali e demagogiche.