I cambiamenti climatici sono in atto da decenni, ma negli ultimi 20 anni una decisa accelerata degli eventi li ha resi evidenti ormai a tutti. Basti pensare alla lunga siccità del 2022-23, che ha interessato in particolare il nord Italia e buona parte dell’Europa, o alle piogge violente che sono seguite, con gravi allagamenti, soprattutto in Romagna. Questi fenomeni estremi hanno avuto una ricaduta pesante sia sulla vita dei cittadini che sulle attività produttive, specialmente quelle agricole. In questo contesto, il lavoro dei Consorzi di bonifica diventa sempre più importante. L’operatività legata alla bonifica dei territori è poco o nulla conosciuta dalla gran parte delle persone ed è doveroso che venga messa nella giusta evidenza. Questo l’obiettivo del convegno “Le bonifiche al tempo dei cambiamenti climatici”, organizzato dal locale Ordine dei dottori agronomi e forestali, rappresentato dal presidente Vanni Bellonzi, con la collaborazione del Consorzio Adige Po. L’evento ha avuto luogo, non a caso, lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Ha visto la presenza di Luca Crepaldi de La Voce di Rovigo in qualità di moderatore; di Marco Volpin, direttore del Consorzio e Riccardo Altieri come relatori; le associazioni agricole sono intervenute con i presidenti Lauro Ballani, Erri Faccini e Simone Moretti ad una tavola rotonda, cui ha partecipato anche il presidente del Consorzio Roberto Branco e l’agronomo Andrea Salvagnini.
Le criticità dell’acqua
Secondo dati recenti, nel 2022 la disponibilità idrica nazionale ha toccato il minimo storico dal 1951. La causa è l’inadeguatezza del sistema idrico, in particolare degli invasi, per lo più obsoleti e solo parzialmente funzionanti. Così appena l’11% della pioggia viene trattenuta e oltre il 40% dell’acqua potabile è dispersa dalle reti comunali, con gravi ripercussioni per i cittadini e per l’agricoltura. Nonostante la primavera sia appena cominciata, nella UE il 15% del territorio è già a rischio siccità, a causa delle alte temperature di febbraio. Il nostro Sud è in allarme arancione, con danni per la produzione di frutta, foraggio e cereali. In Italia, secondo i dati diffusi dall’A.n.b.i.- Associazione nazionale delle bonifiche e irrigazioni, la superficie irrigua è di 3,3 milioni di ettari, pari al 25% della SAU utilizzata, e da questa deriva l’80% della nostra produzione agroalimentare. In particolare, sono irrigati il mais, il riso, varie colture orticole e frutticole, i prati per alimentazione animale.
L’importanza strategica della bonifica
Il Polesine vive su un difficile equilibrio tra terra e acqua e raccoglie il flusso idrico che arriva da un quarto del territorio nazionale, in pratica da tutto il Nord. L’attività della bonifica è cambiata negli ultimi 100 anni. Agli inizi del ‘900 , nell’ambito di un concetto di bonifica integrale, lo Stato ha deciso di intervenire perché la possibilità di coltivare i terreni fosse un elemento di sviluppo di tutta la società. Molte zone in Italia sono state oggetto di interventi massicci, che hanno cambiato l’ambiente e le condizioni di vita in modo radicale. Basta pensare alle grandi bonifiche agrarie dei secoli scorsi nelle provincie di Rovigo, Ferrara, Latina, ma anche in Sardegna, Toscana, Puglia e in altre aree. L’evoluzione ha portato alla bonifica ambientale, per aumentare la sostenibilità, anche energetica. In particolare si può dire che il territorio polesano vive grazie alla bonifica, con 1.700 km. di canali e 82 punti di prelievo da Adige, Po e Canalbianco, che hanno realizzato la difesa e regolazione idraulica, insieme alla distribuzione irrigua. Questi interventi hanno prodotto resilienza ai fattori forzanti: subsidenza per estrazione di gas, alluvioni, sviluppo con nuove esigenze del territorio e, come detto, cambiamenti climatici. Oggi una nuova sfida è il contrasto alla risalita del cuneo salino.
Il futuro dei nostri ecosistemi dipende dalla bonifica, come quello dell’agricoltura. Se infatti l’obiettivo è di aumentare la produzione, questo significherà maggiore fabbisogno di acqua.
02/04/2024
Franco Brazzabeni