L’Intelligenza Artificiale (AI è l’acronimo inglese) è la scienza che permette di istruire le macchine a svolgere compiti normalmente di competenza umana. Ne hanno trattato film di registi importanti, da Kubrick a Spielberg, con esiti anche inquietanti.
In realtà se ne parla da mezzo secolo, da quando cioè si è iniziata a studiare la possibilità di mettere i computer in grado di risolvere problemi in modo autonomo.
Il concetto va oltre la programmazione: si tratta di fornire alla macchina degli algoritmi, cioè una serie di istruzioni mirate a risolvere un problema. In altri termini, la macchina capta la realtà esterna grazie ai propri sensori, rapporta i dati con le istruzioni ricevute, li elabora e trova la soluzione migliore tra quelle a disposizione. Pertanto la macchina, invece che richiedere una continua programmazione, realizza autonomamente, grazie agli algoritmi inseriti, la propria operatività.
Il vantaggio? Enorme: grazie all’AI le macchine affrontano e risolvono situazioni molto complesse, non programmabili manualmente. Senza dimenticare che inserire “esempi” in una macchina è meno laborioso che immettere codici.
Questi robot cominciano a diventare familiari nelle vita di tutti: dall’aspirapolvere e dal falcia erba semoventi, all’auto che si guida da sé, anche parzialmente, frenando se compare un ostacolo improvviso o entrando facilmente nel parcheggio.
Nella grande industria la robotizzazione è ormai un processo diffuso.
E in agricoltura? Qui lo sviluppo è più lento, ma esistono realizzazioni disponibili: ad esempio, il trattore che può procedere senza guidatore, grazie alla guida via GPS che permette di compiere operazioni come la semina e la distribuzione di fertilizzanti in assoluta precisione, con risparmio di mezzi tecnici e quindi in modo economicamente ed ecologicamente sostenibile.
Proiettando queste realizzazioni in una visione futuribile a medio termine, alcuni scienziati sono convinti che l’Intelligenza Artificiale possa giocare un ruolo decisivo anche nel settore primario, come logica evoluzione delle tecniche digitali proprie dell’agricoltura 4.0.
Una nuova rivoluzione verde per l’uomo del XXI secolo, dopo l’affermarsi della meccanizzazione ad inizio ‘900 e l’introduzione della chimica e delle nuove tecniche di ricerca genetica negli scorsi anni ’60.
La possibilità di assumere informazioni dettagliate su clima, terreno e piante, sia di valore storico che attuale, e di poter intervenire in modo rapido e molto preciso, otterrebbe il risultato di adattarsi quasi istantaneamente ai cambiamenti climatici, intervenendo con pratiche agricole a basso impatto e garantendo, alla fine, maggiori produzioni e migliori redditi.
In altre parole: il raggiungimento degli obiettivi dell’agricoltura in ottica 2050.