Import di grano duro: Allarme Qualità

IMPORT DI GRANO DURO: ALLARME QUALITÀ

È di alcuni giorni fa la notizia, diramata da varie fonti d’informazione, del respingimento al porto di  Pozzallo di un carico di grano duro proveniente dal Kazakhstan, a causa delle pessime condizioni sanitarie del prodotto.

La notizia deve far riflettere: stavolta le autorità preposte sono state efficienti e tempestive, ma non possiamo non pensare che vi sia la possibilità che altri carichi altrettanto irregolari possano inavvertitamente, per svariati motivi, essere scaricati ed entrare quindi nella filiera della pasta italiana.

Parliamo del nostro prodotto alimentare forse più tipico e famoso e non possiamo correre il rischio di inquinarlo, utilizzando materia prima non adatta.

Da un lato bisogna essere convinti che l’importazione di grano duro è necessaria, per garantire ai pastifici quantità ( la produzione nazionale è insufficiente a coprire il fabbisogno) e qualità (alto tenore proteico, proprio ad esempio dei grani canadesi).

Dall’altro lato è però necessario cercare in ogni modo di incentivare la produzione nazionale, garantendo agli agricoltori italiani, soprattutto del centro-sud, le migliori incentivazioni per rendere redditizia la coltivazione.

Come? La via principale è sicuramente quella di proporre contratti di filiera vantaggiosi, per esempio premiando gli agricoltori che utilizzano seme certificato.

Il seme certificato è evidentemente il punto di partenza di ogni filiera seria e professionale, per la qualità offerta in termini di sanità e per i numerosi controlli di legge cui è sottoposto, dalla produzione in campo sino al condizionamento, il tutto a fronte di un costo irrisorio per il coltivatore (più o meno il 2% del costo totale di produzione!).

È ora che che la PAC si prenda cura di questo problema è adotti iniziative finalmente risolutive. Basti ricordare che pochi anni fa l’obbligo di utilizzo di seme certificato nella coltivazione di frumento duro garantiva una produzione nazionale sensibilmente superiore e una qualità sanitaria del prodotto certamente molto migliore di certe importazioni