IL SUOLO AUTO IRRIGANTE PUO’ CAMBIARE L’ARIDOCOLTURA

Nella tradizionale Festa del Ringraziamento, istituita nel 1951 in Italia e solo omonima della celebrazione che avviene negli USA, gli agricoltori ringraziano per il raccolto dei campi e chiedono la benedizione sulla nuova annata. In questa ricorrenza anche Papa Francesco ha voluto lanciare un suo messaggio tramite un tweet:

«Ringraziamo oggi il Signore per l’acqua, benedizione della terra, bene imprescindibile per l’equilibrio degli ecosistemi e la sopravvivenza umana. Prendiamoci cura di questo dono affinché non s’inquini né si perda!».

Una risorsa fragile

Cambiamenti climatici, con conseguente desertificazione di territori soprattutto nel terzo mondo, e incremento demografico causano migrazioni di massa e spesso conflitti locali, se ne contano 500, per l’approvvigionamento delle risorse idriche. Oggi l’acqua non è “solo” una materia necessaria per la vita umana e l’agricoltura, ma una causa sempre più frequente di insicurezza sociale e politica. Oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, con effetti drammatici su nord Africa e Medio Oriente ed inevitabili ricadute sull’Europa. 

Un’altra sfida per la ricerca

Per quanto riguarda l’agricoltura, la ricerca del settore ha raccolto la sfida e sta lavorando in varie direzioni. Costituzione di varietà vegetali con minori esigenze idriche, tecniche di coltivazione conservative, sistemi di irrigazione a basso consumo sono risposte concrete, già applicate anche se non abbastanza. Serve comunque di più per non perdere la potenzialità produttiva nelle nostre zone a causa dei sempre più frequenti periodi siccitosi; serve molto di più per recuperare all’agricoltura le aree desertificate.

Fonte: ACS Publications.

Un contributo molto interessante potrebbe venire da una scoperta della University of Texas di Austin. Come pubblicato su ACS Materials Letters, un gruppo di ricercatori ha inventato un nuovo tipo di terreno, arricchendolo con gel in grado di assorbire acqua dall’atmosfera. Funziona così: durante le ore più fresche e umide della notte il terreno si idrata, poi nelle ore di insolazione il gel rilascia l’acqua nel terreno. Questa resta in parte a disposizione delle piante, in parte viene restituita all’atmosfera. E’ stato calcolato che ogni grammo di questo suolo può estrarre dall’aria 3-4 grammi di acqua, conseguentemente da 0,1 a 1 kg. di terreno, a seconda delle colture praticate, può auto irrigare una superficie pari a circa 1 metro quadrato. Rispetto ad un terreno sabbioso, il gel permette di trattenere il doppio di acqua, per un periodo quattro volte più lungo. Un esperimento ha permesso di verificare che piante di ravanello coltivate in terreno + gel hanno resistito 2 settimane senza irrigazione, mentre in terreno sabbioso la durata si è limitata a 2 soli giorni.

L’acqua è il maggior fattore limitante per la coltivazione, quindi questa scoperta potrebbe rappresentare un’innovazione decisiva in molte situazioni. La stessa tecnologia può essere utilizzata in altri contesti, come il raffreddamento dei pannelli solari e dei centri di raccolta dati, oppure l’ottenimento di acqua potabile in ambienti difficili.

Fonte della foto sopra il titolo: University of Texas.