IL CENSIMENTO FOTOGRAFA UN’AGRICOLTURA CHE CAMBIA

Il VII Censimento generale dell’agricoltura è stato presentato dall’ISTAT a fine giugno 2022. Si riferisce all’annata agraria 2019-2020 e si è svolto tra gennaio e luglio 2021. E’ un’indagine statistica importante, perché offre uno spaccato dei settori agricolo e zootecnico, attraverso l’esame di vari aspetti: le caratteristiche del conduttore, il modo di utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, nonché i metodi di gestione dell’azienda e l’impiego di manodopera. I dati sono stati raccolti su 1.700.000 soggetti, quindi sono da considerare altamente rappresentativi. Il Censimento 2022 è l’ultimo ad essere realizzato con cadenza decennale (il primo risale al 1961); d’ora in poi la raccolta dei dati avverrà in modo permanente e campionario. Gli obiettivi del Censimento si possono riassumere nell’assolvimento degli obblighi di rilevazione stabiliti dalle normative comunitarie e nazionali, nella produzione di un quadro informativo statistico sulle principali caratteristiche strutturali delle aziende agricole a livello nazionale, regionale e locale e nella raccolta di dati e informazioni utili all’aggiornamento e alla revisione del Registro statistico delle aziende tenuto dall’Istat.

Fonte Eurostat. SAU dei vari Paesi EU.

In netto calo superfici e aziende

Il dato più eclatante che esce dal Censimento riguarda il numero di aziende e la superficie media. Se nel 1961 in Italia erano attive oltre 4 milioni di aziende agricole, oggi questo numero si è ridotto a 1.133.023. Solo nell’ultimo decennio il calo è stato pari al 30%, più evidente al Centro-Sud. Di conseguenza è aumentata la superficie media aziendale, praticamente raddoppiata negli ultimi 40 anni e addirittura cresciuta del 40% dal 2010.  Queste cifre esprimono la tendenza in atto da ormai molti anni a formare aziende più competitive e in linea con la EU. In effetti la superficie agricola utile (SAU) ha raggiunto il valore di 11,1 ettari e si è avvicinata al valore medio della UE, pari a 16,1. Resta il fatto che molti Paesi mantengono una SAU media per azienda molto più elevata di quella italiana: la Repubblica Ceca con 133 ettari, Gran Bretagna con 94, ma anche Francia e Germania si avvicinano ai 60 ettari. Impressiona il forte calo della SAU, che ha perso oltre 3 milioni di ettari dal 1982 ad oggi, in favore di aree commerciali, artigianali, sovrastrutture (strade, rotatorie, ecc.) e urbanizzazione.

Pochi giovani e poca informatica

Cambiano progressivamente i conduttori aziendali. Aumenta infatti l’incidenza relativa delle società di persone e scende il numero delle aziende che coltivano esclusivamente i terreni di proprietà e l’incidenza di questi ultimi rispetto al totale. Sono infatti aumentati i terreni condotti in affitto e in uso gratuito, con un balzo del +116% rispetto al 2010. Interessante notare come aumenti il numero di aziende condotte da donne, anche se la presenza complessiva femminile è in calo, come quella dei giovani. I conduttori con meno di 40 anni sono il 13% del totale, dato comunque superiore alla media EU. L’agricoltura resta un settore poco attraente per le giovani generazioni. La ripartizione tra colture erbacee (57%), prati e pascoli (25%) ed arboree (18%) è invariata. Le aziende zootecniche sono il 22% del totale, di cui un terzo nel Centro-Sud.

Un segno dei tempi è l’aumento dell’informatizzazione: attualmente il 16% delle aziende agricole usa il computer (+430% dal 2010). Un numero comunque ancora insufficiente per realizzare la svolta verso l’affermazione dell’agricoltura di precisione e della digitalizzazione di cui molto si parla, ma inevitabilmente limitate dalla carenza di giovani conduttori e di mezzi tecnici necessari ad attuare le numerose pratiche già disponibili sul mercato.

25/07/2022

Franco Brazzabeni