GRANO DURO: SODDISFANO LE PRODUZIONI, NON IL PREZZO (PER ORA)

E’ iniziata da alcuni giorni la raccolta del grano duro al sud.
I risultati produttivi sembrano soddisfacenti: in Puglia si va dai 30-35 quintali per ettaro fino a punte di 60, con risultati medi decisamente superiori, per ora, agli standard storici.
Merito delle piogge che hanno caratterizzato la seconda parte della primavera.
Più variabile la percentuale di proteine e il peso ettolitrico, comunque decisamente più elevati ove si sono seguiti i disciplinari previsti dagli accordi di filiera, a conferma che per produrre qualità bisogna investire e se non si coltiva con criteri professionali comunque non si guadagna sufficientemente.
A proposito di guadagni, le prime quotazioni delle Borse meridionali sono piuttosto deludenti.
A Foggia il listino del 24 giugno ha quotato il Fino 229,00 euro a tonnellata e il Buono mercantile 227,00 euro. Rispetto alla chiusura della scorsa campagna il prezzo ha perso 18 euro a tonnellata, pur se allora la qualità era inferiore.
Naturalmente siamo solo agli inizi e le Borse del nord ancora non quotano, però si può tentare qualche previsione, basandosi sugli osservatori internazionali.
Per cominciare, l’I.G.C.-International Grains Council stima una produzione mondiale di cereali in calo rispetto ai dati precedenti, a causa del meteo primaverile, che con l’eccesso di precipitazioni ha limitato le semine di mais e influito forse negativamente anche sulle produzioni di frumento.
Per quest’ultimo, le stime parlano di una produzione globale in possibile aumento.
Comunque gli stock cerealicoli finali sono previsti in calo per il terzo anno consecutivo, tenuto conto anche della domanda più debole.
Focalizzando l’attenzione sul frumento duro, i segnali più recenti potrebbero indicare una possibile tendenza rialzista, magari non immediata, ma nel giro di qualche settimana.
Infatti l’I.G.C. prevede un calo produttivo mondiale di grano duro pari a -4%, di un aumento della domanda food e feed di 1% e un conseguente stock finale con il dato più basso degli ultimi 5 anni.
Pertanto non è azzardato sperare in un rialzo delle quotazioni a medio termine, ma l’agricoltura non può vivere di sole speranze: per ottenere il massimo dalla coltivazione del grano duro (e non solo) è ormai necessario entrare in un’ottica di filiera, il solo sistema che può garantire i migliori prezzi possibili, ovviamente a fronte di parametri qualitativi di eccellenza.
Tutti gli attori della filiera grano duro-pasta si stanno organizzando come mai era successo, per garantire a questo settore condizioni economiche che ne permettano un deciso rilancio: associazioni di agricoltori, sementieri, distributori di mezzi tecnici, stoccatori, trasformatori, ricercatori e Ministero dell’Agricoltura sono impegnati in uno sforzo comune che merita fiducia e che presto dovrebbe essere in grado di sortire i primi effetti concreti.