L’U.S.D.A.-United States Department of Agriculture, una delle maggiori autorità a livello mondiale in tema di produzioni agricole, nel suo rapporto dello scorso 12 agosto ha stimato il riporto del fumento tenero USA in calo del 9% rispetto alla previsione di luglio e del 11% rispetto a quella iniziale del 2020. Se questi dati troveranno una conferma, la disponibilità nel 2021 sarà la più bassa degli ultimi sei anni.
Produzioni in calo in molte aree del globo
In molti paesi della EU gli eventi climatici estremi hanno caratterizzato la coltivazione 2019-20: autunno molto piovoso, semine ritardate, prolungata siccità primaverile associata a temperature record in Nord Europa, hanno provocato seri danni ai raccolti. In Germania la produzione di grano scenderà sotto i valori medi per il terzo anno consecutivo, con un -5% stimato per le trebbiature da poco terminate. Gli agricoltori in UK stanno realizzando quello che probabilmente è il peggior raccolto di frumento dagli anni ’80 a oggi. Tra le cause di un calo di ben il 30% anche le eccezionali piogge di febbraio e le tempeste verificatesi a luglio, seguite da ondate di calore. In Argentina (n. 10 nella classifica dei produttori di grano e ottavo esportatore mondiale) alla siccità iniziale hanno fatto seguito gelate di varia entità, con previsioni di perdite produttive ancora non ben definite. Situazioni analoghe, anche se meno gravi, in USA, Russia, Messico, Marocco.

I prezzi restano depressi e stabili
Nonostante le stime negative per molte aree, la produzione globale è stimata in aumento rispetto agli anni scorsi. I consumi di grano per uso alimentare sono proiettati in calo di circa il 5% rispetto a un anno fa. Qui entra in gioco il Covid-19, che ha diffuso un clima di generale incertezza e ha provocato, a seguito dei provvedimenti anti contagio, un cambio drastico delle abitudini alimentari. Il risultato è una previsione di stock finale in significativo aumento, cui oggi inevitabilmente corrisponde, al netto delle possibili speculazioni, un prezzo di mercato inferiore agli scorsi mesi, su livelli poco soddisfacenti per i produttori.
Grandi speranze nella ricerca
Le perdite produttive derivate dai cambiamenti climatici, frequentemente ripetutesi nelle ultime campagne, preoccupano la comunità internazionale per la possibile diminuzione di disponibilità di cibo, soprattutto nelle aree più povere, dove esiste anche il pericolo di un incremento dei prezzi degli alimentari. Tra le varie iniziative in atto, da segnalare la recente costituzione di AHED-Alliance for wheat adaptation to Heat and Drought. Si tratta di una rete internazionale con sede a Berlino, avente la missione di riunire iniziative e progetti tesi a supportare lo sviluppo di varietà di frumento resilienti le alte temperature e soprattutto la siccità. Anche gli USA si muovono: un finanziamento di 650.000 dollari messi a disposizione dal National Institute of Food and Agriculture ha permesso l’inizio di una cooperazione tra la Kansas State University e un’università canadese per il miglioramento genetico del frumento. A differenza dei loro colleghi europei, i ricercatori americani potranno utilizzare da subito il genome editing e in particolare la tecnologia CRISPR, con i vantaggi decisivi di forte riduzione dei tempi di realizzo e costi molto inferiori.
L’Europa continuerà a guardare e ad essere sempre più un “vecchio” continente?