FRUMENTO: MIGLIOR BILANCIO IDRICO UGUALE MAGGIORE RESILIENZA

Il frumento, soprattutto il genere aestivum, è il cereale più coltivato nel mondo: circa il 35% della popolazione globale lo utilizza come base della propria alimentazione.
Non è semplicemente un fatto di cibo, visto che la sua eventuale scarsa disponibilità si può facilmente trasformare in un problema sociale. Le “rivolte del pane”, corrispondenti a periodi di carestia, si sono verificate ciclicamente dall’epoca romana ai giorni nostri. Basti ricordare quanto avvenne nel 2011 in Tunisia: scorte ridotte portarono a un forte aumento dei prezzi della materia prima, con conseguenti disordini nelle piazze.
Ne consegue che mantenere e, se possibile, aumentare la produzione del frumento e delle altre colture strategiche (come mais e riso ad esempio) non è semplicemente un obiettivo prioritario per gli agronomi ma anche per i politici.
I cambiamenti climatici che da qualche anno interessano il pianeta rappresentano sicuramente una minaccia per gli standard produttivi delle coltivazioni, in particolare due fattori chiave come temperature e disponibilità idrica.
E’ risaputo che durante il giorno le piante perdono acqua tramite gli stomi, al fine di abbassare la temperatura interna (analogamente a quanto fanno gli animali a sangue caldo con il sudore) e questo fenomeno è proporzionale all’innalzamento termico esterno. Meno noto è il fatto che l’evapotraspirazione continui anche di notte con temperature sensibilmente più basse.
Capire il motivo di questo comportamento penalizzante permetterebbe di elevare la produttività del grano, soprattutto nelle zone più calde e siccitose.
Per questo il Newton Fund ha finanziato la University of Nottingham, con l’obiettivo di scoprire quali geni del frumento possono elevare la tolleranza agli stress termici e ottimizzare l’efficienza idrica della pianta.
Le prove si svolgono nell’area desertica di Sonora, in territorio messicano, ove oltre l’80% del frumento necessita di irrigazione. Condizioni limite che dovranno fornire dati importanti su vari processi fisiologici del frumento, quali fotosintesi e respirazione, contribuendo alla costituzione di nuove varietà ad alta resilienza.