Tempi duri per l’energia. O meglio: per chi usa l’energia, quindi per tutti i comparti produttivi, ma anche per i comuni cittadini. I rincari di petrolio e gas sono iniziati nel 2021, ai primi accenni di ripresa economica dopo la crisi dovuta al Covid 19. Il prezzo del petrolio, che un paio d’anni fa era crollato a 30 dollari al barile, a gennaio 2022 aveva toccato i 90 e a metà marzo ha raggiunto quota 130 dollari, un record inferiore solo a quello del 2008, che potrebbe essere superato. Da parte sua, il gas è cresciuto del 400% da fine 2020. I motivi di queste impennate sono da ricercare innanzitutto nella rigidità del settore energetico. La produzione di petrolio non è attualmente in grado di seguire il forte aumento della domanda mondiale, causato dalla ripresa economica post lockdown e dall’arrivo della stagione fredda nell’emisfero nord, anche a causa di sotto investimenti e problemi di manutenzione in alcuni Paesi OPEC. Un ruolo non secondario lo gioca anche la crescente inflazione, che ha aumentato i costi di produzione del greggio e dei trasporti. La guerra russo-ucraina e le molteplici conseguenze economiche e politiche, tra cui la decisione di introdurre sanzioni al petrolio russo, ha dato un’ulteriore accelerata alle quotazioni.
ALLA RICERCA DI ALTERNATIVE
I Paesi europei stanno cercando di reagire. L’Italia già nel 2020 aveva lanciato il noto “Superbonus 110%” destinato all’efficienza energetica degli edifici. Più recentemente è stato annunciato il cosiddetto “Decreto bollette”, volto a frenare i rincari e a rilanciare la produzione di energia rinnovabile, in particolare l’elettricità prodotta da fonti alternative. Per quanto riguarda il settore agricolo, il Ministro Patuanelli ha presentato il progetto Parco Agrisolare. Si tratta di un’iniziativa nel contesto del P.N.R.R.-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destinata a incentivare l’installazione di moduli fotovoltaici in ambito agricolo, ma rigorosamente senza consumo di suolo coltivabile. Il piano prevede finanziamenti per 1,5 miliardi di euro, con solarizzazione limitata a edifici ad uso produttivo nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale.
ENERGIA DALL’AGRICOLTURA
L’agricoltura non soltanto consumatrice, ma anche produttrice di energia. Il fotovoltaico agricolo è una realtà da alcuni decenni: ad oggi, circa 14.500 ettari sono ricoperti da pannelli che hanno prodotto circa 10.000 MW. Altrettanti sono stati posizionati sui tetti di edifici e capannoni. Il fotovoltaico in agricoltura non ha avuto vita facile. Da un lato rappresenta una potenziale fonte di reddito per i possessori di terreni. In effetti oggi vengono offerti contratti con diritto di superficie trentennale a 2.500-3.500 euro annuali per ettaro: difficile far meglio con una coltivazione ordinaria. D’altra parte queste realizzazioni hanno da sempre trovato l’opposizione di chi (associazioni ambientaliste ed agricole) ritiene che in questo modo si sottragga superficie preziosa all’agricoltura. Quindi: pannelli solo sui tetti? Va detto che in Italia oltre 4 milioni di ettari sono censiti catastalmente come agricoli, ma in realtà sono terreni marginali per lo più incolti, che quindi si potrebbero utilizzare per l’energia. Esiste una Direttiva europea che prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra e un successivo Decreto, parzialmente disatteso, che chiede alle Regioni di indicare i terreni non idonei a questo uso. Pertanto oggi alcune amministrazioni regionali sono più disponibili a concedere le autorizzazioni, altre molto meno e questo non aiuta agricoltori e addetti ai lavori.
L’obiettivo è quello di realizzare una convivenza virtuosa tra produzione di elettricità e agricola: stiamo parlando dell’agrivoltaico. Si tratta di installare pannelli aerei coubicati con le coltivazioni, cioè posizionati ad alcuni metri di altezza. In questo modo i pannelli possono addirittura offrire ombra e riparo alle piante sottostanti e, nelle zone più calde, queste ultime possono raffreddare i pannelli, come succede ad esempio in Arizona. Insomma, una vera sinergia tra produzione agricola ed energetica.
12/03/2022
Franco Brazzabeni