La ricerca nella genetica vegetale segna quasi ogni giorno importanti progressi, in particolare per le nuove tecniche che rientrano sotto la denominazione Genome editing.
Mentre l’Europa è drammaticamente ferma, anzi rischia di precipitare nell’oscurantismo (pochi giorni fa le autorità belghe hanno fermato alcuni attivisti colpevoli solo di aver provocatoriamente consumato riso ottenuto con tecniche CRISPR davanti la sede del Parlamento europeo…), il resto del mondo dimostra di credere nelle nuove tecnologie di miglioramento vegetale e lavora in varie direzioni per renderle sempre più efficaci e di ampia portata.
L’ultima novità in questo senso arriva ancora dalla California University di Berkeley, dove un gruppo di ricercatori ha realizzato un nuovo sistema di inserimento dei geni nelle cellule, utilizzabile facilmente nella tecnica denominata CRISPR-Cas9, come riportato dalla rivista scientifica Nature Nanotechnology.
La squadra, guidata dalla dottoressa Markita Landry, si è servita di nanotubi di carbonio, una struttura cilindrica talmente sottile (si parla di un diametro tra 0,7 e 10 nm) da poter scivolare agevolmente attraverso le più tenaci pareti cellulari.
Attualmente l’ingegneria genetica utilizza due metodi: la biolistica (contrazione dei termini inglesi biological ballistic), che consiste nello “sparare” i geni nelle cellule, oppure trasportarli tramite batteri del genere Agrobacterium.
Entrambi i sistemi hanno una ridotta percentuale di successo: la biolistica è piuttosto distruttiva per le cellule, mentre i batteri non sono accettati da tutte le piante. I nanotubi, al contrario, hanno un’elevata efficacia e e pertanto richiedono minori tempi operativi, il che si traduce in minori costi e maggiore “facilità” di applicazione, alla portata di ogni laboratorio di genetica.
Non solo: utilizzare i nanotubi permette di operare con un’elevata precisione, proteggendo il DNA all’interno delle cellule ed evitando l’inserimento non voluto nel genoma della pianta.
Landry e colleghi stanno lavorando su varie specie: il tabacco, allo scopo di ottenere piante in grado di fornire farmaci anticancro; cotone, il cui genoma è piuttosto difficile da rompere; il frumento, oggetto di vari studi essendo uno dei cereali più consumati del pianeta, per esempio allo scopo di costituire tipi privi di glutine per l’alimentazione dei celiaci.
Con questa scoperta, la tecnologia CRISPR compie un deciso passo in avanti e si avvicina ulteriormente al concetto di “garage science”, ovvero di una scienza alla portata di tutti e non più monopolio di poche mega strutture, com’era avvenuto per gli OGM.