API, SEMENTI, AGRICOLTURA: UN LEGAME INSCINDIBILE

L’allarme è stato lanciato ormai da tempo: le popolazioni di api sono in contrazione, in tutto il mondo. Nel 2012 negli USA sono stati censiti meno di 3 milioni di colonie, con un calo del 12% rispetto a soli cinque anni prima. Il fenomeno preoccupa ecologisti e animalisti, ma anche agricoltori e sementieri, la cui attività è spesso strettamente legata agli impollinatori, api in primis. Dall’azione insostituibile di questi insetti dipende un terzo delle produzioni agricole mondiali, per un valore pari a oltre 300 miliardi di euro; per i soli Stati Uniti l’importo è calcolato in 50 miliardi di dollari, per l’Europa in 22 miliardi di euro. Al di là dell’immenso valore economico, è la sicurezza alimentare a dipendere strettamente dalle api e dagli altri pronubi come bombi, osmie, ecc. Le specie interessate rappresentano l’80 % di quelle coltivate e selvatiche, tra cui molte frutticole, diverse orticole (come melone e zucchino, cipolla e pomodoro), ma anche erbacee (ad esempio il girasole), oltre a moltissime ornamentali e spontanee. Pertanto, l’intero ecosistema è a rischio se api e altri impollinatori non sono in condizioni di svolgere la loro azione.

Cause vere e strumentalizzazioni

Si è molto indagato sulle cause della moria delle api e molto si è scoperto, ma occorre fare chiarezza ed evitare le solite strumentalizzazioni. Come spesso accade, è stata l’agricoltura ad essere messa sul banco degli imputati, per l’uso di fitofarmaci tossici per le api. Di fatto, il settore primario è stato il primo e il più pronto a reagire e a trovare contromosse adeguate, come più avanti descritto. D’altra parte, da sempre l’agricoltura è molto più inquinata che inquinante, subendo l’azione negativa di fattori esterni, ma per molti resta un facile bersaglio, da attaccare alla prima occasione. Infatti altri fattori sono stati individuati. Innanzitutto varie patologie, su tutte il virus DWV (Deforming Wings Virus), che causa atrofia delle ali e la successiva morte del soggetto. Viene trasmesso dalla varroa, un acaro che può infestare gli alveari e arrivare a distruggerli. Altre cause responsabili in varia misura sono l’inquinamento causato dalle varie attività umane extra agricole, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, ovvero di specie selvatiche ospiti degli insetti pronubi. Un’altra teoria, in effetti poco credibile e smentita da vari scienziati, ritiene che la coltivazione di prati e tappeti erbosi sia limitante per le api, essendo queste specie per lo più anemofile.

Fonte: European Seed.

Agricoltori e sementieri in prima linea

Le api e la loro diminuzione sono diventati un argomento in grande evidenza sui media e pertanto sono fiorite iniziative di vario tipo per contrastare questa pericolosa tendenza. Alcune azioni sono più che altro divulgative, altre decisamente più concrete. Tra le prime, comunque importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica, da segnalare Bee the future, una donazione di semi bio di piante mellifere da piantare nelle città; Bee Safe, il progetto del WWF per l’educazione ambientale; interessante anche la Carta del Mulino, il disciplinare di coltivazione della filiera Barilla del frumento tenero, che tra le altre cose prevede la semina di strisce fiorite per l’insediamento di insetti impollinatori. Un’azione di notevole spessore con una ricaduta significativa, anche perché concertata dai vari attori dei sistemi produttivi, è stata la pubblicazione delle Linee Guida per la salvaguardia degli impollinatori. Si tratta di una produzione del tavolo tecnico del Mipaaf, previsto dal protocollo d’intesa
per l’applicazione delle buone pratiche agricole e la salvaguardia del patrimonio apistico nei settori sementiero e ortofrutticolo. Da anni il documento  è sottoscritto da organizzazioni professionali agricole, associazioni di sementieri (tra cui Assosementi) e commercianti, cooperative, e naturalmente dagli apicoltori, a dimostrazione che lavorare insieme in un’ottica di filiera, senza dannose contrapposizioni, è la via migliore per ottenere risultati costruttivi. Le Linee Guida richiamano le normative vigenti in materia, le azioni da fare e da non fare per proteggere gli insetti pronubi, promuovendo ogni intervento virtuoso.

Il mondo agricolo e quello sementiero da anni sono mobilitati a favore della protezione di api e altri insetti pronubi. E’ auspicabile che anche le attività industriali e gli insediamenti urbani operino nella stessa direzione e con lo stesso impegno, nel comune interesse.

21/08/2022

Franco Brazzabeni