Se i consumatori piangono, gli agricoltori non ridono. I primi sono preoccupati per la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, i secondi per l’aumento dei costi di produzione, soprattutto quelli energetici. E’ l’effetto dell’inflazione, che dal 2022 è salita in (quasi) tutto il mondo a livelli che non si registravano ormai da 30-40 anni. Anzi, tra il 2015 e il 2020 si era addirittura verificato un periodo di deflazione. Attualmente in Italia l’inflazione nel settore alimentare è cresciuta del 14,5% su base annua, ma per alcuni prodotti è decisamente più alta: +20% per la pasta e poco meno per latte, formaggi e olio. Non va meglio all’estero, visto che nel Regno Unito e in Germania si viaggia intorno al 18%, mentre in Francia la crescita annua è stata del 12%, valori che le giovani generazioni non avevano ancora conosciuto. Negli USA il fenomeno inflattivo sta avendo un andamento del tutto simile a quello europeo. Fa eccezione la Cina, ove non si sono registrate impennate e le prospettive sono assai più favorevoli; l’ormai prossima liberalizzazione dalle restrizioni anti Covid permetterà una ripresa dei consumi, analogamente a quanto è già successo nel 2022 per i mercati occidentali.
Produrre costa molto di più
Il Covid-19, i cambiamenti climatici, infine la guerra, hanno profondamente cambiato i mercati nel giro di tre anni. L’effetto di questi tre fattori sui costi di produzione è stato pesante, e continua ad esserlo. La pandemia ha fortemente influito sull’aumento dei costi di trasporto e sta portando ad una deglobalizzazione dei commerci internazionali. Le situazioni di siccità che si stanno verificando in varie regioni del pianeta rappresentano una delle principali cause di perdita di produzione e quindi aumento dei prezzi di mercato. Negli USA è stato coniato il termine “Heatflation” per significare l’influenza del clima sull’inflazione. Ecco quindi nel 2022 gli aumenti delle commodity agricole: mais +39%, frumento +42%, riso +69%. A seguito del conflitto in corso, i costi di produzione sono aumentati del 22%, principalmente a causa di gas e petrolio (+55%). A pesare sui redditi aziendali sono soprattutto gli aumenti dei fertilizzanti, per la maggior parte prodotti al di fuori della UE. Infine, la nuova PAC 2023-27 ha tagliato i pagamenti diretti.
I consumi cambiano
L’aumento generalizzato dei prodotti alimentari sta pesando in modo significativo sui consumatori e ha già cambiato le loro scelte di acquisto. Secondo una recente indagine condotta a livello europeo, l’84% dei cittadini è preoccupato dell’aumento dell’inflazione. In Italia il 51% è in difficoltà economiche, contro il 45% dell’Europa. La spinta post Covid sembra essersi esaurita. Negli ultimi mesi sono sensibilmente calate le vendite di beni voluttuari e costosi, come carni rosse, salumi, pesce e vino. A proposito di vino, in Francia il settore è in crisi per i consumi in calo e le cantine piene: il prodotto invenduto sarà distillato in alcol industriale. Non solo: nel 2022 in Italia si stima un calo di consumi di circa 300.000 tonnellate di alimentari ortofrutticoli. Le scelte si stanno spostando sui prodotti e sulle marche più convenienti, in particolare sulle promozioni. Soprattutto i più giovani si orientano sui discount. Se non altro, l’inflazione ha favorito l’aumento dell’export agroalimentare, che ha registrato +16% rispetto al 2021, anche se l’incremento delle importazioni ha peggiorato il saldo della bilancia commerciale. Anche il settore della ristorazione risente del momento negativo.
In conseguenza a questa situazione c’è il rischio concreto che i consumatori accusino gli agricoltori delle loro difficoltà. Niente di più sbagliato, ma purtroppo il ruolo e il valore dei produttori è da sempre poco conosciuto e apprezzato dall’opinione pubblica, frutto di una comunicazione carente e di certa politica che continua ad osteggiare l’agricoltura e gli agricoltori. Un esperto di mercato americano ha dichiarato: “C’è una bestia nell’economia in questo momento chiamata Inflazione”. Questo è il nemico da combattere insieme.
19/02/2023
Franco Brazzabeni