In Italia è chiamata Agricoltura del Carbonio, all’estero Carbon Farming: è l’insieme delle attività di un’azienda agricola finalizzate all’assorbimento del carbonio, sotto forma di CO2 nel suolo e nella vegetazione. Già, l’anidride carbonica: dal 1800 a oggi la sua presenza nell’atmosfera è aumentata del 50%, con un incremento annuo sempre più consistente, dovuto alla combustione di carburanti fossili, alla deforestazione e a varie attività umane. Oltre un quarto dei cosiddetti gas serra deriva dalle attività agricole, in particolare dalla zootecnia. Vi sono anche cause naturali, dall’attività vulcanica ai fenomeni respiratori di animali e piante, al degrado della sostanza organica. La CO2 e altri gas come l’ossido di azoto formano i gas serra. Presenti nell’atmosfera, questi trattengono una parte consistente delle radiazioni solari riflesse dalla superficie terrestre e dalle nuvole, impedendo loro di tornare nello spazio e quindi aumentando il riscaldamento globale. Da qui derivano lo scioglimento dei ghiacciai e le varie anomalie climatiche cui stiamo assistendo da alcuni decenni.

Agricoltura, un ruolo decisivo
Il Protocollo di Kyoto è uno dei più importanti strumenti internazionali aventi l’obiettivo di contrastare i cambiamenti climatici. É il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei Paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra. È stato adottato a Kyoto, Giappone, nel 1997 e finora è stato in buona parte disatteso da molti Paesi, per i quali le necessità di sviluppo economico ed industriale sopravanzano quelle della tutela ambientale. L’Unione Europea rappresenta un esempio virtuoso, con alcune iniziative considerevoli. Su tutte, il carbon farming. In effetti, se l’agricoltura, come detto, è una forte produttrice di CO2, al tempo stesso può vantare il risultato di riduzione di oltre un terzo delle proprie emissioni negli ultimi 15 anni. Non solo: è praticamente l’unico settore in grado di assorbire anidride carbonica atmosferica e di trattenerla nel suolo e nelle piante. Questo può avvenire grazie ad una serie di pratiche agronomiche, come la restituzione dei residui di coltivazione al suolo, le lavorazioni conservative, l’utilizzo di colture da copertura (cover crops), oltre ad adeguate rotazioni colturali, uso di tecniche di agricoltura integrata e di precisione, fertilizzazione mirata, ripristino di essenze arboree nelle aree agricole, coltivazione di prati permanenti nelle aree a riposo o marginali.
Produrre ambiente
Da queste pratiche virtuose derivano i “Crediti di carbonio”. Un credito equivale a 1 tonnellata di CO2 assorbita o l’equivalente di un altro gas serra; perché abbia valore dev’essere certificato da un ente autorizzato. Il commercio di tali crediti è regolato dall’ETS-Emission Trading System dell’Unione Europea. Prevede un produttore di quote (normalmente un’azienda agro-forestale che emette meno gas serra di quanto ne assorbe) e di conseguenza un compratore (di solito un’industria o una compagnia aerea), che in questo modo può rilasciare 1 t. di CO2. Per regolamentare questo flusso, si sta lavorando alla EU Carbon Farming iniziative. Consiste di due passaggi: 1) la verifica della quantità di anidride carbonica sequestrata da un’azienda agricola e la conseguente assegnazione dei crediti relativi; 2) l’istituzione di un mercato nel quale i crediti possano essere ceduti, permettendo un ricavo economico. L’ETS dovrebbe essere realizzata entro il 2023. Esistono comunque già quotazioni, che recentemente hanno toccato i 90 euro per tonnellata di CO2 equivalente; il loro valore sta rapidamente aumentando. Basta ricordare che il Green Deal europeo ha come obiettivo finale il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. A tale risultato sono inevitabilmente legati i concetti di neutralità carbonica e di emissioni zero, pertanto il Carbon Farming avrà un ruolo centrale, e di conseguenza dovrà averlo l’agricoltura.
Quindi agricoltura non più soltanto produttrice di cibo, tessuti, più recentemente di energia e paesaggio; ora la gestione del carbonio diventa strategica per l’ambiente e interessante per il bilancio aziendale, in particolare per alcune specie.
28/01/2023
Franco Brazzabeni